Una vera palestra per la mente
Hai mai sentito parlare di “effetto Mozart”?
Negli anni Novanta, alcuni scienziati hanno effettuato un esperimento: dopo aver ascoltato o eseguito una sonata al pianoforte di Mozart, la maggior parte degli allievi sottoposti a un test si è dimostrata in grado di risolvere con maggiore facilità problemi di tipo spaziale.
Imparare a suonare il pianoforte fa bene al cervello, a dirlo è pure la scienza.
In effetti, esperimenti scientifici a parte, imparare a dirigere con la mente i movimenti delle mani sulla tastiera significa sviluppare abilità legate alla coordinazione. E non solo.
Man mano che si diventa più esperti e si arriva a leggere le note sullo spartito senza guardare le dita, si impara a saltare da un’ottava all’altra ad occhi chiusi, come se le mani sapessero da sole orientarsi sui tasti e schiacciare quelli giusti.
Inoltre, imparare un brano a memoria per potersi concentrare sull’interpretazione è un vero e proprio esercizio per la memoria. Imparare a suonare il pianoforte è un’efficace ginnastica per i tendini e per la mente.
Ti insegna ad essere costante
Vogliamo essere sinceri: imparare a suonare il pianoforte, soprattutto all’inizio, non è semplice. Bisogna sforzarsi di seguire il ticchettio del metronomo per andare a tempo, le mani non sono ancora agili e si muovono meccanicamente sulla tastiera.
Qualsiasi maestro ti dirà: provare, provare e riprovare ancora. L’allenamento è il segreto per suonare bene, specie all’inizio: uno strumento richiede dedizione, costanza, pazienza di ripartire daccapo ogni volta che si sbaglia o non si è soddisfatti della propria esecuzione.
Ma questo non è da vedere come un difetto, anzi: come se fosse uno sport, la pratica musicale insegna a impegnarsi in vista di un obiettivo a lungo termine e perseguirlo con disciplina, un piccolo passo alla volta. Il pianista virtuoso è anzitutto un pianista paziente; e la perseveranza, quando la si acquisisce, è una qualità che ci aiuta tantissimo anche nella nostra vita di tutti i giorni.
Un toccasana anti-stress
Una volta che hai imparato dei brani e li esegui in maniera sciolta, concedersi una pausa e lasciarsi andare al piacere della tastiera è un grande antistress: suonare lasciandosi trasportare dalla musica è un’esperienza davvero rilassante, che aiuta a distaccarsi dai nostri problemi quotidiani e concentrarsi solo sul piacere del pezzo.
Un preludio al pianoforte può farci bene come una passeggiata nella natura respirando un po’ di aria pulita.
Impara l’arte dell’interpretazione
Oltre ai suoi tasti bianchi e neri, il pianoforte ha anche i pedali.
Si impara a usarli pian piano, amplificando il suono per rendere la nostra interpretazione del brano più efficace. Il passo successivo alla tecnica, infatti, è l’espressività: bisogna calarsi nel pezzo, rendere al meglio i suoi adagi e i suoi punti più decisi, accarezzando appena la tastiera o premendo bene sui tasti.
Insomma, bisogna dimenticarsi ogni tecnicismo e perdersi nell’interpretazione, come fossimo attori a teatro: un’attività che non può che sviluppare le nostre capacità di entrare in contatto con la sensibilità del compositore, coi sentimenti che trasmette il brano, rendendoci dei veri e propri performer!